Famiglia, famiglie

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Il condominio ci ha insegnato che possono esistere tipi di famiglie, come si modificano, come ci si adegua, come si cambia con il tempo.
I piani alti per esempio ospitano persone non più giovani, con storie di solitudine cercata o subita o di nuove coppie formatesi avanti negli anni. C’è chi una famiglia non ce l’ha più, o ce l’ha lontana. C’è chi ha litigato con la propria, ma con il passare degli anni aumenta la consapevolezza che si può perdonare, tornare a sentirsi, frequentarsi, senza rivangare il passato. Capita allora che qualcuno risenta i figli, anche se questi vivono in un altro Paese, ci fa una videotelefonata e scopre così i visi cambiati, i nuovi volti dei nipotini mai visti di persona, e si commuove. Riconciliarsi fa bene alla salute e quando possibile cerchiamo di accompagnare questo passaggio.
Ai piani bassi invece c’è spesso chi la famiglia se la deve ricreare, non avendo altra possibilità. Nascono così «sorellanze e nipotanze» che durano nel tempo, che si giocano la carta dello scegliersi, che si cercano e si aiutano anche una volta uscite dal condominio. In tutto questo le figure di chi lavora o fa il volontario nel progetto può assumere diversi ruoli: rimanere come riferimento per pratiche complesse, una spalla a cui appoggiarsi e magari lamentarsi… ma quello che ci piace di più è ritrovarsi per un pranzo domenicale attorno ad un tavolo, in una casa arredata con dignità e cura, a parlare delle nuove vite che si possono ricostruire come vogliamo.

Silvia C.


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